Comunemente parliamo di cappotto termico, per indicare il rivestimento, interno o esterno, che eseguiamo su un edificio per isolarlo termicamente. Quindi, per ridurre il passaggio di calore dall’interno all’esterno e viceversa, sia in estate che in inverno.
In gergo tecnico, s’intende per cappotto termico, il coibente termico, la cui funzione è proprio quella del capo d’abbigliamento, ridurre il flusso termico di calore tra l’edificio e l’ambiente esterno.
Questo intervento comporta un’operazione su tutto l’edificio, e non su una parte localizzata.
Cappotto esterno contro cappotto interno
Il cappotto esterno è tra i più applicati poiché non toglie spazio all’interno dell’edificio ed è la scelta preferibile per abitazioni piccole, oltre ad essere l’unico sistema tra i due, ad essere in grado di eliminare i ponti termici.
Il cappotto interno, al contrario, prevedendo l’applicazione dei pannelli termici all’interno, sottrae spazio dell’abitazione e non permette l’applicazione dei pensili su questa superficie. Qualora scegliessimo di farla, dovremmo necessariamente inserire la barriera al vapore.
L’isolamento termico, a capotto esterno è tra i più diffusi, anche se richiede costi e tempi di applicazione maggiore, in virtù della maggiore superficie da considerare, ma ha una serie di vantaggi.
Meglio scegliere il cappotto interno o esterno?
Non esiste una scelta univoca, varia in base alle esigenze e ai bisogni di ogni unità abitativa e andrà valutata con un tecnico.
Perché scegliere il cappotto esterno?
- Protegge le pareti dagli sbalzi termici: si aumenta il confort abitativo poiché le pareti resteranno fresche d’estate e calde d’inverno;
- Eliminano completamente i ponti termici, e di conseguenza la formazione di muffe, che spesso si creano in corrispondenza delle discontinuità termiche come quella che si crea tra travi e pilastri;
- Preserva le pareti esterne dagli agenti atmosferici e dalle aggressioni chimiche derivanti dall’inquinamento.
Per rendere facile ciò che è complesso…
Quanto costa il capotto termico a m2?
Il prezzo a m2 è di circa € 59 (fonte listino prezzi Regione Puglia 2017) ed è uno di quegli interventi che permette la detrazione fiscale per il 65% delle spese sostenute. Ovviamente esistono vari materiali con cui realizzarlo e quindi il prezzo è variabile.
In cosa consiste?
Si tratta di una tecnologia utilizzata in Europa da ormai oltre 50 anni, per cui risulta ampiamente sperimentata e garantisce risultati duraturi nel tempo.
I materiali isolanti vengono applicati sotto forma di pannelli con colla e appositi tasselli di fissaggio, successivamente ricoperti da una rasatura armata e, a volte, da una rete porta intonaco.
Isolato in questo modo, l’edificio sarà in grado di garantire ai suoi occupanti un confort ambientale molto superiore rispetto a un edificio privo di cappotto.
Grazie a questo tipo di isolamento termico è possibile inoltre raggiungere interessanti risparmi in bolletta perché risulteranno ridotti i consumi sia per il riscaldamento invernale sia per il raffrescamento estivo.
Il cappotto termico si può posare su diversi tipi di supporto:
• calcestruzzo tradizionale o alleggerito
• calcestruzzo cellulare
• laterizi
• legno
• pareti intonacate.
Quali materiali utilizzare per il cappotto termico
In commercio esistono numerosi tipi di materiali isolanti da poter utilizzare per realizzare un cappotto termico. I più comuni sono i seguenti:
• il polistirene espanso (EPS) è probabilmente il più diffuso ed è apprezzato per il suo buon rapporto qualità – prezzo
• il polistirene espanso con aggiunta di grafite ha una ancor maggiore capacità termica
• la lana di roccia è molto apprezzata per le sue proprietà di isolamento acustico oltre che termico e ha un comportamento migliore al fuoco
• la fibra di legno
• il sughero autocollato
• i PIR (pannelli in poli isocianurato).
e se scegliessimo un cappotto interno?
Se fossimo costretti ad optare per un cappotto termico interno, il consiglio è quello di scegliere materiali naturali come sughero o fibra di legno, altamente traspiranti e igrometrici, capaci di trattenere l’umidità in eccesso e cederla quando serve.
Questi materiali naturali sono però piuttosto costosi, mentre quelli a base di polistirene o polistirolo sono decisamente più economici, ma poco o nulla traspiranti.
Per risolvere questo problema, potremmo, quindi, optare per la lana di roccia o di vetro, materiali soddisfacenti dal punto di vista della traspirabilità, ma meno impegnativi sul piano economico.
La scelta del materiale dipenderà anche dalle varie esigenze di isolamento. Se l’obiettivo principale è quello di migliorare il confort estivo, i materiali naturali sono la soluzione migliore. Si possono utilizzare certamente anche quando lo scopo è quello di migliorare il confort invernale, ma in questo caso meglio optare anche per soluzioni più economiche.
Mi sento di sottolineare che investire nella riqualificazione energetica della propria abitazione mediante l’isolamento a cappotto è certamente un buon investimento per porre rimedio a fenomeni di muffe e condense e per l’abbattimento dei costi della bolletta.
Ing. TURI Sara